Negli scatti di Sveva Bellucci si sovrappongono motivi ed indicazioni antitetici: innanzitutto il soggetto delle sue fotografie, dove l’evocazione dell’essere si palesa attraverso la sua assenza, mentre, parallelamente, prende forma il contrasto tra la stasi della materia, che ha subìto passivamente il movimento di chi vi dormiva, e l’immobilità del sonno, opposta, questa, all’azione dell’alzarsi e andare via. Attraverso l’osservazione, subitaneo si avvia un processo critico e al tempo stesso creativo: si attiva nello spettatore una personale rielaborazione per identificare le tracce lasciate dal soggetto, egli sentirà la presenza umana prendere forma nella propria immaginazione attraverso la forma del letto appena lasciato,cercherà di dare una nuova forma a questa presenza assente.
Le forme dell’assenza
Personale | 2012