Ho scattato questa foto pochi mesi dopo la morte della sorella di mia nonna. Per quanto non abbia
dei ricordi vivi nella memoria che mi leghino ad essa, nel momento in cui ho varcato la soglia ho
subito sentito un forte senso di accoglienza. E’ strano, forse paradossale, ma quella casa vuota mi ha
fatto “sentire a casa".
Nonostante l’assenza di mia zia, in ogni angolo, mobile o suppellettile percepivo una presenza
familiare, in ogni stanza rivedevo i suoi movimenti, le tracce della sua esistenza vissuta fra queste
mura. Per l’ennesima volta ho subito il fascino di documentare una realtà quotidiana ma questa
volta con uno scollamento temporale; mi verrebbe da chiedere: quando si sarà alzata dalla sua
poltrona? E chi le stava seduto accanto?
Dieci fotografe si confrontano sul sentirsi a casa, dando vita ad una visione corale di un momento di grande intimità. Le mura domestiche come luogo di sconfinamenti psicologici, come metafora di opposti: stabilità/instabilità, paura della perdita, infanzia… comunque proiezione esterna dell’interiorità di chi la abita.
Libere interpreti - Sveva Bellucci, Arianna Catania, Melania Comoretto, Daria De Benedetti, Simona Filippini, Arianna Forcella, Susan Kammerer, Irene Rubiano, Eva Tomei, Elisabetta Valentini – con un’immagine ciascuna, uniformate dallo stesso modulo 60x60 (utilizzato per definire l’opera incorniciata) - aprono una finestra su quello che è il punto di partenza e di ritorno di ogni individuo.
Per sottolineare l’atmosfera di “A CASA”, l’Associazione Culturale Camera 21 - che ha ideato e curato il progetto - ha selezionato come location dei luoghi “insoliti” che, per l’occasione, diventano gallerie d’arte.
In sintonia con il tema della mostra, si tratta di abitazioni private o ex case private, che nel tempo hanno modificato la loro destinazione d’uso: gli alloggi dei ferrovieri alla stazione di Trastevere a Roma oggi sede dell’agenzia etnocom - etnomarketing, Villa Spinelli nel cuore di Napoli trasformata nell’affascinante hotel Costantinopoli 104, la dimora affrescata dell’’artista Elisabetta Valentini a Firenze, la casa, ex pensione, dell’architetta Marisa Coppiano a Torino e la Residenza Bovisola a Milano, esempio di co-housing italiano.